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Samotracia teatrodanza

 

“Party at the Window”

al confine di un amore cosmico

 

seconda sessione fra danza e parola

 

con il sostegno di Sosta Palmizi e Associazione Punto a capo

 

l'attesa in una stanza, il passaggio da e per un luogo indefinito

fuori da questo spazio la vita scorre nuova da una finestra

Il paesaggio sonoro struttura e destruttura lo spazio

in continua trasformazione

 

 

 

Motore e spinta di questo nuovo progetto è la tematica della migrazione,

spostamento continuo senza requie, senza un approdo definitivo volto alla ricerca della sopravvivenza.

Preservare la vita spostandosi nella direzione per la sopravvivenza è situazione di ogni giorno e per ognuno di noi questa ricerca si presenta più facile o meno facile.

Nel conflitto tra il desiderio di esprimere un punto di vista su questo tema a cui siamo sensibili e il timore di banalizzare ciò che popoli vivono dolorosamente ogni giorno, abbiamo scelto di direzionare la nostra ricerca sul senso della parola migrazione e su cosa può significare per noi nel nostro quotidiano vivere, quale immaginario smuove, quali temi o quali viaggi verso nuovi assestamenti può generare e quali le contraddizioni.

Piccole o grandi distanze, micro mondo o massimi sistemi, attrazione repulsione, persona semplice o personaggio estremo, questi alcuni degli elementi che compongono il quadro di questo primo studio.

La migrazione come spostamento, il viaggio degli esseri viventi, dagli stormi di anatre agli elefanti della savana, dal polline dei fiori alle radici degli alberi che cercano acqua.

Uno spostamento alla ricerca di un luogo sicuro.

Cosa ci rende davvero sicuri?

E davanti alla finestra nasce il dubbio, la sicurezza è dentro o fuori dalla stanza?

Punti di vista.

La finestra è la visione parziale del mondo a cui ci affacciamo con il nostro bagaglio umano, esperienze simili o diverse, complesse o semplici.

L’incontro di esperienze umane differenti lascia emergere i vissuti dei due personaggi. Si spogliano dei loro pregiudizi rendendosi sì fragili ma altrettanto coraggiosi e disposti ad andare anche verso l’ignoto per ridare un senso alla loro vita.

Nella relazione affogata nel senso di abitudine, cercano di scardinare gli schemi in cui sono dolcemente intrappolati, si muovono tra diffidenza e complicità e si riavvicinano all’essenza dell’universo di cui sono i figli di oggi, di ieri e di domani.

Naufraghi della vita tentano con un viaggio la traversata verso la speranza, e che porti vita, che porti amore.

E nel cammino verso la finestra è festa; festeggiamo con semplicità umana ciò che più di prezioso abbiamo, la vita.

 

 

Coreografia:

 

Nella ricerca del movimento ci siamo voluti accostare alla dimensione dell’universo, l’idea dello spostamento continuo e infinito dei pianeti, abbiamo focalizzato la nostra ricerca su questi elementi, l’attrazione e la repulsione, la circolarità e la morbidezza.

 

Il volo, l’uccello, la caduta sono altri elementi che hanno contribuito alla scrittura coreografica, in cui appaiono anche accenni di relazione umana.

Sono gli accenni di un qualcosa che si svelerà poi, un inizio di contatto, pezzi di un puzzle che si svela a poco a poco, ricomponendosi nel viaggio alla finestra.

 

La danza vicina alla fragilità e alla forza, alla costrizione e al desiderio di volare

attraversa la relazione tra i due personaggi, che danzano a volte all’unisono, altre in contrasto e altre ancora in dissonanza.

Così come nella relazione umana è difficile trovare la giusta misura, abbiamo cercato di esprimere questa ricerca anche attraverso le partiture coreografiche.

 

I testi:

Una parte dei testi nasce dopo aver letto il romanzo: I Miracoli di Abbas Khider, ai quali ci siamo liberamente ispirati nella ricerca di una dimensione più vicina alla nostra esperienza di vita.

Altri invece sono stati scritti da Romina Marra e fanno parte di un suo racconto inedito dal titolo “Party at the window” da cui prende il nome il nostro primo studio.

Il monologo sulla sicurezza è frutto di una ricerca tramite incontri e scambi di opinioni sul tema della migrazione con persone comuni della nostra cittadina.

 

Il Suono:

Il paesaggi sonoro è costruito con sonorità precise e contemporaneamente processato dal vivo con il suono dell’ambiente stesso manipolato dal musicista

 

Di e con: Romina Marra, Danilo Valsecchi

 

Paesaggio sonoro: Emanuele Magni

 

 

crediti: presentazione primo studio Maggio 2017 presso lo Spazio Teatro Invito di Lecco

nel 2018 sostegno alla creazione da parte di Associazione Sosta Palmizi

 

 

 

Prod.

 

Samotracia Teatro danza , Associazione Punto A capo, e con il sostegno di Associazione Sosta Palmizi

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